La magia, Bianchissima

Poi, all’improvviso, l’effetto della droga si affievolì, facendoli tornare nel mondo. Cioè non lo fece all’improvviso, ma a un certo punto Soffietti si sentì più normale, e sentì il peso del turbante sul collo che gli indolenziva la muscolatura, il sesso che gli doleva, un pizzicorio all’intestino e un prurito sopra a una vertebra. Si accorse di quanto era stanco e desiderò dormire, spengere tutto, sparire. Non era andata come voleva, ma non poteva sempre andare come voleva, e delle stranezze, delle visioni, cosa importava? Una volta allargato lo spettro della realtà, diventa solo altra realtà, non cambia niente, e una vomitata di ectoplasma lascia il tempo che trova, non colma alcun vuoto, diventa routine come chi vive di profezie o chi è caduto in un inferno sincronico. La più grande magia non cancella alcuna tristezza, la rende solo più immensa, e fa sentire l’universo ancora più vuoto, il cuore più solo.