La P.S.I., Wilhelm Reich, e il programma di controllo mentale italiano - Bianchissima - Uduvicio Atanagi - in scrittura


Letteratura horror italiana esoterismo occulto


Molti degli operatori di controllo mentale dello P.S.I., così come gli scissionari della sempre più rampante Intelligence nera, avevano progettato per anni la loro versione di dittatura.

Alle cene nelle ville toscane, durante gli incontri nelle cosiddette stanze nere, l'idea comune era che il controllo non sarebbe arrivato implementando uno stato di polizia, ma attraverso una serie di comodità, creando un sistema di dipendenza dell'individuo che prometteva anzi di liberarlo da quell'oppressione.

Prima ci sarebbe stata una grande destabilizzazione, poi un grande sollievo. L'obiettivo finale, attraverso la costruzione di nuove narrative, traumi indotti e progetti di distruzione della corazza caratteriale basati sugli studi di Reich, era quello di spingere la popolazione verso un sistema chiuso, farcela entrare in modo volontario, farli sentire addirittura orgogliosi, felici, e soprattutto liberi.

Iniziarono così a lavorare a progetti di deviazione della narrativa, a sviluppare strumenti di codificazione del pensiero. Per un certo periodo, vennero interpellate anche persone come Neda, Pidocchiosa, il Mago Soffietti, un'umanità fatta di cartomanti, sensitivi, crowleyani dell'ultima ora, ciarlatani e stregoni.

Nelle sale operative dell'edificio, a Sepolta, come era accaduto secoli prima, al tempo dei primi santi, si lavorò in particolare all'utilizzo dei simboli, fino a creare quelle che, in un dossier di quello che restava del KGB, vennero definite armi perfette.

L'amplificatore di questi strumenti, sarebbe arrivato solo anni dopo.