Morticina

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Attendeva il momento giusto, quello che senti una scarica elettrica al cuore e capisci che è quello giusto.
Allora si sarebbe alzata, sì. Avrebbe spalancato le finestre, si sarebbe buttata nel sole, senza paura, avrebbe affrontato il mondo che la aspettava là fuori. Avrebbe buttato le pasticche nella spazzatura, Sertralina, Xanax, En, tutto via a pacchettini, a coriandoli, bisogna uscire, dai forza, lo senti?
Bastava solo aspettare e lei aspettava, in silenzio, seduta sul letto, che ormai puzzava di corpo, di sudicio, di sudore, i libri accumulati lì accanto che le riusciva vedere solo le copertine, la musica morta, le voci che non dicevano più niente, svuotate, che non scaldavano nulla, vibravano e basta, come la gola di un morto, come una cosa che dall'altra parte non c'è la vita.
Aspetterò ancora un po', pensò. 
La stanchezza le fece un bozzolo addosso, l'ansia le succhiò via la forza dalle braccia e le gambe, le chiuse gli occhi. Solo cinque minuti. Pensò, devo solo aspettare.