La trasmissione dei fantasmi

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Ci nutriamo di fantasmi, o forse sono loro a nutrirsi di noi.
I fantasmi originali, la forma zero potrebbero essere forme esterne, strutture cognitive che si muovono svuotate al di fuori di noi, o forse incluse, parte integrante della nostra struttura.
I fantasmi non sono eterni, alcuni di loro muoiono nel corso del tempo, la loro forza si spegne, si logora. Alcuni sono morti subito, mentre nascevano, alcuni ci trasformano in cimiteri viventi, condannati a portarne le carcasse svuotate, altri vivono fino a che trovano un organismo ospite, una cultura, una lingua dove abitare come gusci psichici.
Chi legge un fantasma gli permette di prendere forma, radicarsi nella sua struttura biologica, innestarsi nella sua struttura energetica.
Alcuni organismi ospite assumono il ruolo riproduttivo. Sono i medium, i sensitivi, coloro che cercano senza sporcare lo stampo, attenti a riportare tutto il possibile, attenti a non romperlo col loro ego.
Questi individui replicano il fantasma donandogli nuove incarnazioni, esponenziali possibilità di mutazione e riproduzione.
Boy, Pedro, Sebastian, Lucio, i nomi che gli diamo, non sono altro che involucri che li contengono. Un mezzo di trasmissione che gli permette l’innesto, e eventualmente la riproduzione.
Forse la nostra funzione è quella di servirli, forse loro vivono per noi e noi per loro. Forse senza di loro non saremmo niente. Finiamo per amarli più della nostra vita, la loro realtà scende come una nebbia, si addensa, si incastra alla nostra.
Ci dormono accanto, ci seguono per mano nei sogni.
Li definiamo e siamo a nostra volta definiti dalle loro forme spettrali, l’apparizione di un volto notturno, l’emergere di un pallore bendato dall’oscurità primordiale che abita il sonno, il dormiveglia, la paralisi, l’oobe.