Breve storia del Programma Spaziale Italiano, Bianchissima - Estratto

Nei primi anni del duemila il programma lavorò ad alcuni omicidi sensazionali. Persone come Cicero, che sarebbero poi scomparse ingurgitate dal dedalo dei servizi, parteciparono alla scrittura delle sceneggiature di eventi di sangue, omicidi rituali, stragi apparentemente insensate. Gli venivano affidati dei personaggi, cittadini comuni che adesso diventavano pedine della loro narrativa. Alcuni di loro si affezionavano alle loro storie, non capivano se quello che mettevano insieme, era una cosa come quella dei medium, o se erano loro a influenzare gli eventi, se quelle persone sarebbero state poi manipolate e attivate da altri reparti del programma. Per evitare l’effetto transfert, vennero creati dei mazzi di tarocchi speciali, che se guardi bene li puoi trovare ancora da qualche parte, tra Siena, Mostruosa, Sepolta. Alcuni degli ufficiali che lavorarono al programma, finirono comunque per immedesimarsi con i loro protagonisti, ne diventarono morbosamente attaccati, tanto da fare dei passi falsi, seguirli, avvicinarli, provare a avvertirli. Un’empatia fatale, contro la quale vennero prese delle misure contenitive da parte della divisione Controllo.
Era l’epoca delle ville, delle file di macchinoni che abbagliavano gli animali notturni mentre squarciavano con i fari il fitto dei boschi, e di quei fatti che avvennero in quelle comunità rurali, che poi comunità rurali non erano. L’edificio, diventò in quegli anni lo strumento di propaganda, l’altoparlante che raccontava una narrativa speciale, modificando eventi che erano già successi, creandone altri per fini di cui nemmeno membri di spicco come il Barone Spedalieri, ancora oggi, riescono a comprendere la portata.