Mostruosa, pg.76, estratto



Mostruosa, pg.76, estratto, in corso
“Quando lo senti con i nervi, le sinapsi, le ossa, usando quelle particelline invisibili che non si sa a cosa servano, ti rendi conto che il male può pensare, che agisce, organizza, e che lo fa perché così é la sua natura.
E allora, mentre si è immersi nel profondo dell’incubo, circondati dalla sua membrana vischiosa, da quel brulicare caotico, nessuno oserebbe mettere in discussione la sua esistenza o magari trovarne una giustificazione, un evento traumatico che lo ha reso tale.
Nel sogno, messi di fronte a quella cosa che chiamiamo male, il primo istinto, primordiale, purissimo, é quello di scappare via.
Qualcuno poi, i più fragili, potrebbero finire paralizzati, lasciarsi prendere, qualcuno potrebbe addirittura cadere di fronte alla sua seduzione, trovarne il piacere segreto, abbracciarlo.
I più coraggiosi però, dopo una fuga furiosa, potrebbero a un certo punto fermarsi, prendere fiato, osservare con facce stralunate la foresta che si espande in ogni direzione, le zone paludose, quella curva fitta dove gli alberi si crescono uno sopra l’altro facendo a spintoni e le radici sembrano le dita di un mostro. Messo alle strette, alla fine, con il terrore che sbatte le ali fortissimo dentro alla testa, qualcuno di questi individui speciali, potrebbe anche decidere di fermarsi e, col cuore che esplode nel petto e una sensazione che non si può descrivere al di fuori del sogno e dell’incubo, mentre le gambe diventano molli e si svuotano, potrebbe anche osare pensare di affrontarlo, tipo come fanno i bambini, quando certe notti ammazzano gli orchi, abbattono i draghi e tutte le cose oscure e crudeli che vivono sotto al letto, nelle cantine, nelle soffitte e in quei luoghi buissimi dove prolifera il male.”