Quella notte Teresio dormiva, delle volte apriva la bocca leggermente e sul naso gli si formava una bolla di moccio che poi esplodeva in un plop. Mugolava, si girava sul fianco, poi si girava ancora, ma
dall'incontro con le vecchie sembrava star meglio.
Roberto non arrivava e Luisa
si ritrovò così da sola nell'auto. L'unica creatura sveglia immersa nel silenzio dell'acquitrino
circondato dagli alberi, le lucciole che volavano intorno, come se
lottassero contro il buio, come ricordi, cose che hai amato.
Sentì una tremenda nostalgia salire su per la trachea per arrivare fino al condotto lacrimale, riempirle il naso.
Si ricordò le facce dei nonni, si ricordò di quando Teresio catturava le
lucciole e le lasciava dentro a un bicchiere. Il nonno le liberava la notte e
ci metteva una moneta e allora la mattina Teresio correva a vedere, alzava il bicchiere e sorrideva,
sorrideva come non l'aveva visto più sorridere, come non aveva sorriso mai.
Si ricordò di quando il nonno era
vivo, si ricordò sua madre, provò anche a ricordare suo padre ma vide solo una
forma evanescente. Eppure è dentro di me, pensò. Si guardò le mani e pensò che
quelle dovevano essere le sue mani.