Quando mio padre mi frusta io guardo l'orizzonte e all'orizzonte vedo
Palude intera che si prostra ai nostri piedi. La frusta è un oggetto unico,
speciale, mentre mi colpisce, mi chiedo chi l'abbia immaginata e a quale forza,
a quale idea abbia attinto per pensarla. Quale fonte di idee può nascondere la
frusta, in quali profondità la mente deve scendere per pensare questo schiocco
sublime, il sibilo dell'aria che viene tranciata come carne, il dolore
improvviso, l'impatto, il fuoco, l'arrossarsi lento del sangue come succo
dell'anima che lentamente sale in superficie bagnandosi contro l'aria fredda.
È un insieme di sensazioni, un dolore perfetto, la pelle si prepara a
ricevere il colpo, a volte basta il suono, il semplice suono a farti vibrare
tutto il corpo dai denti alle palle. E allora mi chiedo chi l'ha immaginata? Dove?
In quale sogno perverso e senza luce è stata afferrata quella forma,
quell'utilizzo. E quale Dio può governare un mondo dove l'uomo si immerge negli
abissi dell'intelletto e ne esce fuori grondante sangue con in mano una frusta
schioccante?