La malattia - Estratto





Le persone si ammalano.
Quando usciamo evitiamo di avvicinarci troppo alle persone.
Quando vediamo qualcuno che conosciamo cambiamo strada.
Nessuno parla della malattia, la malattia però c’è, prosegue, non ha bisogno di essere raccontata per esistere.
Ci chiudiamo in casa, stiamo solo tra di noi.
La malattia non cambia le relazioni tra gli umani. Anche se c’è la malattia le persone amano e odiano. Il dolore non smette mai di fiorire, cresce.

Un giorno una donna bussa alla nostra porta.
Le donne della casa scuotono la testa e dicono, non fatela entrare.
La donna dice, vi prego fatemi entrare.
Noi ci guardiano l’un l’altro.
Lo zio apre la porta.
Che cosa vuole?
È successa una cosa, un incidente, mio marito è ferito, dovete aiutarmi.
La donna è sporca, i suoi vestiti sono lacerati.
Le donne della casa gridano, mandala via potrebbe essere malata.
Lei spalanca gli occhi, dà un pugno contro la porta.
Non mi vedete? Non lo vedete che ho bisogno di aiuto?
Lo zio si volta verso di noi, noi lo guardiamo, esce fuori. Non torna.

La malattia prosegue. Nessuno ne parla, le donne della casa però ne parlano sempre.
Hai visto quella troia ieri? Quanto credi che durerà?
È una punizione, è una punizione per tutto quello che abbiamo fatto.
Passerà, presto passerà.
Smetti pure di crederci, la speranza ti rende debole.
Passiamo le giornate a guardare fuori dalla finestra, sentiamo i rumori del mondo, guardiamo la televisione, tutto scorre regolarmente.
Un presentatore cambia.
Una ballerina inizia a tossire, cade a terra, la gonna è alzata, lei è a terra, le si vede il culo rotondo schiacciato contro il pavimento, le sue mutandine sono rosa, la trasmissione si interrompe.

La malattia ci fa unire, ora siamo in tanti, quando siamo in tanti ci sentiamo una famiglia.
La famiglia è il nostro branco. Noi difendiamo il branco. Noi siamo il branco.
Giada è innamorata del figlio del verduraio. Abita nella casa in fondo alla strada, non è della famiglia.
Una notte la guardiamo allontanarsi, esce fuori dalla finestra dello sgabuzzino. La conosciamo in pochi.
Ha un vestito che tende al blu, il cielo trabocca di stelle, la luce della luna illumina il suo vestito che danza leggero mosso da un vento leggero.
Pensiamo. Non ne parliamo con nessuno.
Il giorno dopo stiamo a distanza da Giada, non solo noi.