La fragilità dei mostri

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Certe volte l’orrore può diventare qualcosa di caldo, di familiare. Io ho cercato l’orrore per tutta la vita, inseguendo i pensieri più perturbanti, perdendomi nelle riflessioni più oscene, fantasticando su cose indicibili fino ad arrivare a sfiorarle.
Quello che ho trovato però al culmine massimo della mia febbrile ricerca, è stato qualcosa d’altro; qualcosa di diverso da un mostro o da un oscuro abisso, ho trovato qualcosa di vivo, qualcosa di morbido e gonfio, similmente a un cuore o  a mia nonna o alle vicende che hanno coinvolto questa terra, queste mura, questo legno marcio e nero su cui adesso poggiano i miei piedi gelati.
Di recente ho cominciato a pensare che le cose più orrende prendano questa forma solo per difendersi, è una specie di difesa mostruosa, quello che fanno non è mostrarsi o annunciare, anzi si mostrano di più per nascondersi meglio, come fanno certi animali per spaventare il nemico, o certi uomini per nascondere la loro fragilità segreta. I mostri sono soli e disperati e soli, i mostri sono creature di pura malinconia, e così sono gli uominimostro.

Io sono un mostro, ho vissuto tutta la mia vita come un mostro, e la concluderò da mostro, scrivendo queste ultime righe con le mie dita mostruose.