Fantasmi 9

Nero, blu, azzurro, il sale mi brucia gli occhi, l'acqua entra nel naso, lo riempie fino a che non capisco più dove finisco io e dove inizia il mare. L'acqua è fredda, scivola sulla mia pelle dove scivolo, sprofondo, muovo le braccia con forza, il mare fa resistenza, sento il mare intero scivolarmi tralle dita, è la cosa più simile al volo, forse i pesci volano, forse anche noi voliamo.

Mi chiedo come facciano a piangere i pesci, i pesci non possono piangere e nemmeno urlare, forse le grida dei pesci escono fuori, evaporano sopra la superficie, crescono nelle scintille del sole che batte l'acqua in distese sconfinate dove non c'è nessuno per vedere, soltanto il cielo e il mare e il sole. Forse le grida dei pesci ci cadono addosso quando piove per poi tornargli in gola, come lacrime che non possono piangere.

Il fondo sabbioso è calmo e infinito, forse sto piangendo ma le mie lacrime si mischiano al mare, forse tutto il mare mi passa dentro, penso a tutto il dolore che ci scorre dentro, penso a tutto il dolore che scorre nel mondo, le lacrime sono salate come l'acqua del mare, i rumori arrivano attutiti, lontani, suoni di film lontani, pellicole sbiadite, occhi che si accendono appoggiandosi sopra al tuo viso, la dilatazione delle pupille, il calore dei baci, il calore del sole, una serie di cose che ci scivolano dentro in certe parti del cervello, le bolle mi escono dal naso e dalla bocca, scendo ancora più giù, mentre sprofondo penso che anche un solo istante d'amore valga tutta la sofferenza dell'universo, mi accendo di colpo, sento il battito del mio cuore risuonare nel mare, riverberare nell'acqua, vibrare, propagarsi fino all'oceano, il mare è gelido, devo prendere aria, galleggio ancora un istante, sospeso nel vuoto, i miei pensieri si mischiano al blu, al nero all'azzurro, alle lacrime dei pesci che non piangono mai.