Il fantasma di Tom Joad

Tralle bombe di Damasco, vicino alle macerie, nei pressi dei pozzi petroliferi bombardati, sopra le facce rotte dei clandestini massacrati, vicino alle strisce che lascia il sangue quando diventa nero vicino alle teste tagliate degli stregoni di Raqqa, nelle costole scheletriche dei bambini di Madaya, negli occhi terrorizzati, da preda che sbucano dai burqa delle bambine Yazide vendute al mercato delle bestie, vicino ai corpi, riversi sulla schiena degli annegati che ciondolano alla stessa velocità calma del mare sulle coste della Grecia, nei cadaveri a bocca aperta, con le mani tese come bronzi, sui fondali di Lampedusa, nelle urla dei bambini bruciati in nigeria, nelle fiamme, nella carne, negli occhi delle linee di uomini che sembrano immensi coccodrilli che si perdono tralla Sira e l'Ungheria, nel filo spinato sui confini, nelle mani tagliate, negli idranti, nel freddo insopportabile, nella neve, ovunque ci saranno ancora occhi, ovunque ci saranno ancora denti e lingue pronte a provare ad esistere, ovunque qualcuno starà ancora lottando per essere libero,
guarda in quegli occhi,
io sarò la.