Un'eco dei tuoi occhi, il contorno irideo di un grigioblu fortissimo, qualcosa che fa pensare ad un mare gelato o a certi colori di certi pianeti persi nell'iperspazio come delle preghiere, come cose e speranze soffiate via dalla gola e abbandonate all'etere o a  certe velocità supersoniche, a certe figure, la geometria del naso che cade sulla bocca, una piccola salita come una curva, al nero perfetto della rotondità perfetta della pupilla nella cui dilatazione si avverte una estrema, straziante, possibilità di riflesso.