Per un miliardo di anni

In quelle notti calde e opprimenti, in quelle notti dove il buio sembrava trasformarsi in una sostanza calda capace di avvolgere ogni cosa, di entrare dentro alla gola, nelle narici, di scavare o forse scivolare fino al cuore, stritolandolo o sfiorandolo, rendendolo nero e vuoto come un niente vuoto che si posa leggermente come a prendere le misure dell'universo, come un velluto nero e triste, tristissimo. In quelle notti sognava solo di addormentarsi, di scivolare, senza nemmeno accorgersene, in una specie di morte e allora poi dormire, per un miliardo di anni.