Quel rosso bluastro stelloso di tutte le albe che non hai mai visto.

Erano quei giorni che abbiamo camminato fortissimo e poi da un bar all'altro da un bar all'altro, da un bar all'altro a spaccare tutti i bicchieri che si potevano spaccare, a guardare le anime dalle luci che uscivano dagli occhi a dilatare le pupille tipo fossero cuori troppo grandi per tenerli nei nostri toraci devastati e splendenti.
E tutta una serie di accelerazioni e poi inciampare apposta per farsi un casino di male e poi rialzarsi e sanguinare di un rosso stupendo e camminare velocissimo guardando se in cielo c'erano ancora le stelle per cadere più forte ancora che tanto avevamo il paracadute.
La luce ha tipo come riverberato in un riverbero riverberante, è scivolata, liquida sopra dei pezzi di cellulare, il verde fortissimo degli alberi e l'ippopotamo dietro al circo che rifletteva sulla pelle grigia, ruvida e spugnosa con le luci spentissime e quando il sole ha fatto finta di tirare fuori i primi pezzi di raggi si è sentito tipo un applauso, un boato,
Un qualche tipo di luce che a me mi sembrava bellissima.